lunedì, agosto 21, 2006

ARRIVEDERCI PROFESSORE

Non è facile, per me, esprimere in maniera opportuna il saluto ed il ringraziamento ad una personalità tale.
Il professor Giacinto Auriti ha probabilmente tracciato un solco nella storia.
Come tanti altri geni non ha potuto ammirare a pieno, durante la propria vita terrena, tutti i risultati dei suoi lavori.
La perspicacia e la lungimiranza non sempre pagano poichè a volte si vede troppo in là, si tocca con mano quello che alla massa sembra un'utopia.
Nella speranza che le Sue idee vengano comprese al più presto.

Arrivederci Professore.

mercoledì, giugno 14, 2006

Singoli componenti delle collettività nazionali privi di potere

In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da signoraggio, pervenute alla Banca d’Italia a seguito della diffusione data dai mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05, l’Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti dell’originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata l’8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario.

La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata impugnata dalla Banca d’Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima dell’estate.

Si informa, infine, che, già prima dell’adozione della moneta unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della Banca d’Italia, quale Istituto di emissione della lira 1 . talvolta condannando gli attori al risarcimento del danno per lite temeraria 2 . In considerazione di quanto sopra, la Banca d’Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del reddito da signoraggio.

Leggi anche: http://www.bancaditalia.it/servizi/edu/signoraggio.pdf

martedì, gennaio 24, 2006

Da "La padania", Il fantasma del disavanzo pubblico

Lo strapotere delle banche centrali sui destini dei popoli
Il fantasma del disavanzo pubblico

Si pensa comunemente che le Banche di Emissione siano istituzioni pubbliche che hanno a cuore gli interessi dei cittadini e che non siano quindi a scopo di lucro. In realtà non si tratta affatto di enti statali ma di società private che generano utili colossali col “prestarci” il nostro denaro, contro la consegna di titoli fruttiferi. Sembra un’assurdità, ma è così che si genera il disavanzo dello Stato, quel famigerato debito pubblico che penalizza tutte le azioni di governo e grava sulle spalle dei cittadini.

Ecco come funziona. La banca - oggi la Banca Centrale Europea, una volta la Banca d’Italia - stampa le banconote e iscrive al passivo nel proprio bilancio il loro ammontare, come se fosse una somma di proprietà della Banca e conferita da questa allo Stato. Allo stesso tempo, dal Ministero del Tesoro la Banca incamera titoli di Stato e iscrive il loro ammontare all’attivo del proprio bilancio.
A questo punto tali titoli vengono “piazzati” (leggi: “venduti“) presso le banche e gli istituti di credito che, a loro volta, li vendono ai loro clienti. Con questa operazione, la Banca centrale incassa subito sul mercato le somme che ha “prestato”allo Stato, il quale poi questi stessi titoli li rimborserà alla scadenza.
Dal canto suo lo Stato (contestualmente alla Banca centrale e per la medesima partita) iscrive al passivo nel proprio bilancio le somme che la Banca gli ha “prestato“, quelle banconote che in realtà appartengono ai cittadini e quindi dovrebbero essere iscritte all’attivo del bilancio dello Stato.

Così si attua la mostruosità contabile dell’iscrizione contestuale al passivo, da parte di due contraenti, delle somme relative alla medesima transazione.
E’ con queste operazioni che si produce il debito pubblico, che per effetto dell’erronea iscrizione in bilancio diventa quindi pari al doppio delle somme transate.
Ma come si è potuti arrivare ad accettare e istituzionalizzare una situazione di questo genere?

La storia comincia con l’abbandono del gold standard, quando nessuna moneta ebbe più copertura aurea. Fu in seguito agli accordi di Bretton Woods e dopo la dichiarazione del 15 Agosto 1971 del presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon, che a Camp David dichiarò che il dollaro, che sino ad allora era stata l’unica valuta convertibile, non sarebbe più stato cambiato col metallo prezioso.
Ma era già dal tempo della fondazione della Banca d’Inghilterra che le banche centrali, le quali battevano moneta per conto degli Stati, avevano cominciato a introdurre progressivamente sui mercati le monete cartacee (il cosiddetto oro - carta) che di fatto non erano più, come si voleva continuare a far credere, “fedi di deposito“, poichè nei forzieri non esisteva più una quantità di oro corrispondente al denaro circolante.

Si era così prodotto il fenomeno che consentiva agli enti di emissione di consegnare agli Stati la carta moneta, come se invece di essere i cassieri degli Stati essi fossero i proprietari della moneta. Fu così che le banche cominciarono a “prestare”non l’oro o un titolo che rappresentava l’oro, ma della carta stampata, conferita a titolo di “prestito”su cui vanno pagati gli interessi.
La moneta cartacea è moneta fiduciaria, il cui valore cioè non deriva da chi la stampa (la Banca Centrale) ma dalla collettività dei cittadini che l’accetta come mezzo di pagamento, poichè prevede di usarla a sua volta come mezzo di pagamento.
È chiaro che così la Banca centrale lucra indebitamente sia l’interesse sia il valore intercorrente fra il valore facciale (o nominale) delle banconote in circolazione ed il costo tipografico che ha sostenuto per produrle.

Si tratta con ogni evidenza di una struttura iniqua e una prassi che penalizza e affama l’intera società. Ogni emissione produce di per sè un indebitamento e di conseguenza genera la paradossale situazione di deflazione del mezzo di scambio. E’ per questo che i vari esecutivi non riescono mai ad escogitare nessuno stratagemma valido per uscire dalla situazione debitoria endemica.
Il “mercato”dimostra con evidenza le conseguenze: Il pesante affaticamento di tutte le attività produttive e la costante rincorsa della spirale salari-prezzi (scarsi e non remunerativi), che contrappone drammaticamente e spesso con esiti tragici le componenti della compagine sociale (conflittualità sociale indotta).
Viviamo così in una situazione di costante stagflazione, dove la perdita di potere d’acquisto è contestuale alla scarsità monetaria, poichè la moneta emessa è sempre più insufficiente per essere resa alla banca centrale aumentata degli interessi che la banca stessa pretende.
Invano si studiano mezzi per favorire le famiglie e aiutare i giovani. Le stesse forme di pagamento dilatorio concesse per l’acquisizione di beni primari come la casa sono fonte di angoscia per via delle scadenze ineludibili. Si scoraggiano così le attività produttive e si impinguano soltanto gli istituiti di credito.

Questa appropriazione indebita, autorizzata dalle leggi dello Stato con un’operazione che si può, a pieno titolo, definire masochistica, incide su tutte le classi sociali e massimamente sulle più deboli ed indifese, producendo fenomeni esecrabili e tragici di usura e di indigenza ai limiti della sopravvivenza. Lo vediamo ogni giorno di più dalla cronaca che pure mostra solo la punta dell’ iceberg. E’ soprattutto questa situazione disperante che induce al suicidio e alimenta la malavita organizzata e non. (Si sa, la fame è cattiva consigliera)
È straordinario che di questa usura macroscopica nessuno parli. Anche quando si riesce ad intavolare l’argomento con persone che, per titoli accademici o per professione, dovrebbero conoscerlo a fondo, si scopre invariabilmente una incredibile ignoranza oppure una ostilità che non oppone ragioni obiettive nè fatti significativi, oppure infine una reticenza e sufficienza sospette e una neppure troppo mascherata intenzione di depistare o troncare l’argomento. Mai ci è capitato che ad argomenti logici stringenti, si rispondesse con obiezioni costruite logicamente o con fatti assodati e validi a controbattere.
Tuttavia a tutto ciò il rimedio esiste ed è un rimedio che risponde a giustizia e a carità. Si tratta di ristabilire il diritto delle collettività attraverso lo Stato, che può (et ergo, debet) raddrizzare la situazione legiferando in modo da riappropriarsi, in nome e per conto della collettività, della sovranità perduta.
Sussistono, per altro, dei precedenti parziali a questo affrancamento. Lo Stato italiano ad esempio alcuni decenni or sono stampava in proprio, attraverso i Poligrafici dello Stato, la carta moneta nella pezzatura da 500 lire. Esse non recavano l’iscrizione “pagabili a vista al portatore“, e infatti non incrementavano il debito pubblico, ma erano iscritte all’attivo nel bilancio dello Stato. Erano biglietti di Stato.
Anche attualmente le monete da 1 euro e da 2 euro, essendo metalliche e non cartacee, non sono sottoposte al signoraggio della Bce, ma costituiscono un attivo per il bilancio dei vari Stati membri della Comunità Europea soggette all’euro.
Inoltre si sono già avute nel mondo alcune micro economie che, stampando da sè la propria moneta, hanno risolto radicalmente i loro problemi economici. Tale è, per esempio, il caso dell’Isola di Guernsey, la maggiore delle Isole Normanne. Dopo le guerre napoleoniche l’Isola versava in condizioni disperate. Oggi invece è la plaga più prospera del Regno Unito, ad onta delle panie frapposte dalla Banca d’Inghilterra, timorosa che il precedente possa far scuola e sottrarle così quanto lucra dall’attuale situazione di signoraggio.

E’ evidente che, data la mole enorme degli interessi in gioco, occorre una preparazione culturale che informi le collettività affinchè prenda coscienza del giogo che grava sulle spalle di tutti.

martedì, dicembre 20, 2005

BANKITALIA/ADUSBEF: RISARCISCE DOPO AVER PERSO CAUSA SIGNORAGGIO

Tratto da www.virgilio.it
( http://economia.virgilio.it/news/foglia.html?t=2&id=2&codNotizia=11813338 )

Roma, 19 dic. (Apcom) - "La Banca d'Italia ha evitato in extremis, il pignoramento della scrivania del Governatore della Banca d'Italia Fazio,che doveva essere eseguito domattina alle ore 10,00 da un ufficiale giudiziario, per effetto della sentenza, emessa dal Giudice di Pace di Lecce Cosimo Rochira il 15 settembre 2005,che aveva condannato Via Nazionale, a rimborsare un socio Adusbef, per l'illecito diritto di signoraggio,quantificato da una perizia tecnica in 5 miliardi di euro, ossia 87 euro per ogni cittadino italiano residente" lo afferma l'Adusbef in una nota, aggiungendo che Bankitalia ha obbedito alla sentenza "anche se impugnata in Cassazione".

Secondo l'Adusbef via nazionale "ha infatti inviato un vaglia cambiario n. 1698016555 di 276,68 euro (87 euro più le spese), corrispondente all'importo precettato ,a favore di Giovanni De Gaetanis, il socio Adusbef che assistito dall'avv. Antonio Tanza aveva proposto e vinto il ricorso pilota davanti al Tribunale di lecce, che aveva ha dichiarato, seppur in prima istanza,nullo un diritto feudale di signoraggio".

Il signoraggio - spiega l'Adusbef - è un antico istituto derivante dal "sovrano che battendo moneta", ne garantiva il valore nel tempo ed in cambio di quella specifica garanzia feudale. Oggi che neppure le riserve auree garantiscono più la moneta, al punto che è sparita la scritta "pagabili al portatore", è rimasto quel diritto feudale di signoraggio i cui proventi vengono incamerati dalla Banca d'Italia".

venerdì, dicembre 09, 2005

Fine dell'anno...conti pubblici.

Grave apprensione per l’andamento dei conti pubblici dei Paesi di Eurolandia, preoccupazione per il numero e le dimensioni dei Paesi con squilibri di bilancio, timore per il tempo già trascorso da questi stessi Paesi in situazione di disavanzo eccessivo.
.COMMENTO DEL SIGNOR AGGIO.
Uhmm... Sono in apprensione... e sono preoccupato.
Questi cittadini europei è troppo tempo che devono darmi gli interessi per i soldi che gli ho prestato.


Lancia l’allarme la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile, affermando che, senza misure aggiuntive, nessuna delle nazioni in disavanzo eccessivo «conseguirebbe i propri obiettivi nominali di risanamento nè nel 2005 nè nel 2006, mettendo a rischio la credibilità del Patto di Stabilità solo poco tempo dopo la sua riforma».
I popoli europei non possono limitarsi a tirare la cinghia...
Oggi possono ritenersi felici che fino alla penultima settima del mese ce la fanno.
Ma noi così perdiamo la credibilità del Patto di Stabilità! Mica micio micio bau bau!!
E vuoi mettere la credibilità del Patto di Stabilità con le condizioni di vita delle popolazioni?


Secondo la Bce, a meno di consistenti misure correttive, in aggiunta a quelle contemplate dalle previsioni della Commissione, tutti i Paesi che hanno registrato nel 2005 un disavanzo superiore al 3% del Pil continueranno a farlo anche il prossimo anno. Tra queste nazioni, inoltre, la Francia e la Grecia mostrerebbero anche disavanzi in ulteriore allontanamento dal valore di riferimento. La Banca centrale aggiunge inoltre che nei Paesi che presentano squilibri di bilancio «il processo di risanamento dei conti pubblici avanza troppo lentamente e vi è un elevato rischio che gli impegni assunti non vengano rispettati».
Quà a meno che non gli leviamo tutti i soldi delle tredicesime con una tassa-Natale...sono ca**i!!!
Tutti continuano a campare sulle nustre spalle! E questo non è possibile... Noi siamo banchieri o apparteniamo al mondo dell'alta finanza, mica giochiamo!
Francesci e greci ad esempio...che hanno combinato? Che si sono comprati???
Come hanno fatto a non farsi bastare i soldi che gli abbiamo prestato???
Questi piccoli popoletti europei... Non possono fare così!!! ..Nel '92 hanno firmato che si sarebbero indebitati perennemente per la modica cifra di tutto il loro denaro circolante (con la clausola di restare con un disavanzo non superiore al 3%)?
Ora che fanno??? Non vogliono lavorare per noi???

La ricetta che Francoforte individua per rimettere questi Paesi sulla strada di una contabilità pubblica virtuosa è molto chiara: no alle misure “una tantum” poiché i problemi di bilancio strutturali che molti Paesi dell'Eurozona si trovano a fronteggiare «non possono essere risolti con misure temporanee», anzi, dice la Bce, rischiano di aggravare i problemi dei governi europei. Per avere margini di sicurezza sufficientemente ampi al di sotto della soglia del 3% del Pil e compiere adeguati progressi verso posizioni di bilancio solide, l’istituto di Francoforte richiama la necessità di un risanamento annuo pari ad almeno lo 0,5% del Pil (sempre al netto di una tantum e altre misure temporanee).
Facessero così: nuovi tagli alle opere pubbliche, qualche tassa quà e là, aumento generalizzato dei prezzi... E' così difficile? Non si può pretendere di essere nostri schiavi lasciandoci solo le briciole!
Quanto vogliono guadagnare questi cittadini europei???
Ci manca solo che qualcuno pretenda di fare il sovrano della propria sovranità...Che idiozia...
Per i governi saranno gravi problemi...Sai le sculacciate che prendono se non si sbrigano a fare qualche manovra in finanziaria...


Partendo dalla constatazione che la maggior parte dei Pesi dell'Eurozona hanno bisogno di «una strategia di riforme profonda e orientata alla crescita» la Bce segnala che, in questa direzione, il controllo e l'andamento della spesa pubblica risultano cruciali. In questa ottica, comunica l'Eurotower, i «relativi meccanismi di controllo potrebbero aver bisogno di un rafforzamento per evitare sconfinamenti che spesso comportano correzioni al rialzo degli obiettivi di disavanzo pubblico».
Questi hanno proprio bisogno di una bella crescita...del debito pubblico.

La Banca centrale europea sottolinea inoltre come la propria politica monetaria rimanga «accomodante e orientata a sostenere in misura considerevole un’espansione durevole e la creazione di posti di lavoro», con tassi di interesse molto bassi, seppur aumentati lo scorso primo dicembre al 2,25 per cento. La decisione dell’aumento dei tassi, sottolinea la Bce, «contribuirà a mantenere le aspettative di inflazione a medio-lungo termine ben ancorate a livelli coerenti con la stabilità dei prezzi». Sulla crescita, la Bce rileva che i dati più recenti e gli ultimi risultati delle indagini congiunturali «indicano un rafforzamento dell'attività economica nella seconda metà di quest'anno».
Sai che faccio? Io adesso li confondo un pò con i soliti termini che ho inventato... tasso di sconto, inflazione, deflazione, pil, risanamento...
Quasi quasi gli faccio anche pensare che creo qualche posto di lavoro. Gli italiani ci crederanno sicuro, quelli pensano che il proprio premier gliene ha creati un milione!!!

Dopo il forte aumento registrato dal Pil nel terzo trimestre di quest'anno, ricorda la Banca centrale, «i dati disponibili segnalano andamenti favorevoli anche nel quarto trimestre». Le previsioni sui prezzi, conclude la Bce, restano comunque soggette a rischi al rialzo connessi alle incertezze sull'evoluzione (e sui rincari) dei mercati petroliferi.
E se tante volte non sapessi cosa fare per riprendere un pò dei soldi che gli ho prestato, gli alzo un pò il prezzo della benzina...

...e vaffan***o!